Nell’antico testo sanscrito
Sri Damartantram viene riportato
l’uso dell’urina.
Nella medicina tradizionale indiana l’urina viene
indicata per curare le malattie degli anziani, per disturbi
oculari, per tosse, problemi digestivi ed epatici.
Per uso esterno
viene consigliata come cura per le ustioni e le ferite.
Storia
La storia
dell’urinoterapia riporta l’uso dell’urina da parte dei cinesi e
nell’antica Grecia.
Plinio (23–79 d.C.),
Galeno
(129–199) e Paracelso (1493–1541) menzionano tale metodica.
Inoltre nei tempi passati svolse un importante ruolo l’osservazione
delle urine con finalità diagnostiche; ricordiamo a tal proposito
le medicine Indiana, Egiziana, Tibetana e Ippocratica.
E’ in
Occidente e in Germania che si diffuse l’uso dell’urina a fini
terapeutici e fu il medico Paullini (1643–1712), autore del testo
La farmacopea degli scarti, a spiegare l’uso dell’urina, con il
suo famoso motto “L’urina è una via breve per una lunga vita”.
Vantaggi del
metodo
L’urinoterapia,
chiamata anche autouroterapia, è sicuramente una metodica naturale
con numerosi vantaggi quali:
-
è semplice
-
non costa nulla
-
è
utilizzabile in tutte le malattie
-
non necessita di esami e
diagnosi mediche
-
facile apprendimento del metodo
-
reperibilità
immediata e uso per pronto soccorso
-
efficace quale primo
intervento per morsi di serpenti e scorpioni.
L’urina usata come rimedio ha funzione
indicatrice e regolatrice
insieme, nessun farmaco può avere una tale ‘ampiezza d’azione’.
Il
problema più difficile da risolvere, per chi decide di ricorrere a
tale cura, è quello del superamento dei pregiudizi, che
condizionano con l’idea che l’urina sia qualcosa di immondo e di
ripugnante.
I numerosi esperti di urinoterapia hanno cercato di
spiegare come l’assunzione dell’urina possa mantenere o ripristinare
lo stato di salute, ricordando che l’ urinoterapia funziona sia a
titolo preventivo che nelle malattie acute e croniche. Riportiamo
di seguito le varie ipotesi sul suo funzionamento.
Ipotesi di funzionamento
Il metodo
Di norma nell’urinoterapia si assume la propria urina, ma in
alcuni casi, ad esempio nei disturbi ormonali, si assume l’urina di
altri, e presso alcuni popoli si ricorre anche all’urina degli
animali.
Di solito si usa solo la parte centrale del getto
(minzione) però in alcuni testi viene anche riportato l’uso di
tutta l’urina espulsa ovvero anche la testa e la coda.
Le istruzioni
per l’uso interno (non condivise da tutte le scuole) consigliano:
-
raccogliere il flusso intermedio
-
usare sempre urina fresca
-
iniziare con poche gocce aumentando il dosaggio
-
non fare bollire
e non diluire l’urina
Per quanto riguarda la
posologia viene frequentemente riportato
di assumere l’urina una volta al giorno al mattino a digiuno, o più
volte lasciandosi guidare dall’istinto, o anche di bere tutta
l’urina prodotta nella giornata.
E’ interessante ricordare come l’urinoterapia
sia sovente abbinata alla digiunoterapia.
Le vie di somministrazione
sono tra le più varie, quali: iniezioni intramuscolari o
sottocutanee, frizioni, impacchi caldi e freddi, gargarismi,
clisteri, risciacqui orali, assunzione via orale, inalazioni,
preparati omeo-patici, gocce per orecchie, gocce per naso e
aspirazioni nasali, gocce per occhi e bagni oculari, in
combinazione con pomate, fasciature, tamponi, bagni, irrigazioni
vaginali, semicupi, cosmesi.
Le applicazioni si possono suddividere come illustrato nello
schema seguente.
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